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150 anni AIE, Levi: “Non abbiamo futuro se non mettiamo al centro l’istruzione, la conoscenza e la scuola”

“Non abbiamo futuro se non mettiamo l’istruzione, la conoscenza, il sapere al centro dell’agenda politica nazionale. Dunque: scuola, scuola, scuola. Dalle scuole materne all’università, dagli istituti di ricerca all’educazione ricorrente degli adulti”. Con queste parole (in allegato il discorso completo) il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi ha sottolineato l’assoluta priorità dell’associazione, aprendo a Roma i festeggiamenti per i 150 anni, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Un’urgenza confermata dai dati italiani nel libro bianco Sfida al futuro e dalla ricerca (la sintesi è in allegato) commissionata a un pool di ricercatori dell’Università di Bologna e del Piemonte orientale, “che – ha spiegato - conferma una volta di più il valore, anche economico, della lettura”.

“Noi editori – ha proseguito – abbiamo il privilegio e la responsabilità di essere portatori di un interesse particolare che corrisponde all’interesse generale del paese. Non ci sarà ampliamento del mercato del libro se non ci sarà un innalzamento dei livelli di istruzione, di cultura e, infine, di lettura degli italiani (…). Siamo, e di gran lunga, la prima industria culturale del paese – ha proseguito –. La prima, e di molto, per il volume di ricchezza che essa produce. La prima perché è largamente nei libri, i nostri libri, che si formano e crescono la conoscenza e il sapere, che si ritrovano le storie, le fantasie, i soggetti, le curiosità delle quali si nutrono poi le arti, la musica, il teatro, la televisione, il cinema”.Le stime sull’andamento del mercato del libro nel primo semestre 2019 mostrano, relativamente alle vendite di soli libri di varia adulti e ragazzi nei canali trade (librerie, librerie online e grande distribuzione, compresa la stima AIE di Amazon), una crescita del fatturato del +3,8% (530milioni di euro) e una crescita più contenuta in termini di copie +2,9% (39,7 milioni di copie vendute). 

“È con orgoglio che rivendichiamo il nostro essere industria, impresa – ha quindi proseguito Levi –. Attenti ai conti, sappiamo che nell’equilibrio delle nostre aziende sta la prima garanzia della nostra indipendenza. Abbiamo dimostrato di saper reggere, anche negli anni più difficili della crisi, meglio della più gran parte dei comparti industriali e senza ricevere alcun aiuto pubblico diretto, al contrario di quanto avviene per tutti gli altri settori della cultura”. “Noi non chiediamo aiuti speciali per noi. Ciò che chiediamo è una politica di effettiva promozione della lettura, autentico ed insostituibile bene comune. Una politica che deve, non può non comprendere agevolazioni e incentivi alle famiglie e ai singoli cittadini per l’acquisto dei libri. E poi, e soprattutto, voglio ripeterlo, scuola, scuola, e ancora scuola”. 

L’intervento si è chiuso con un saluto a Mattarella: “Signor Presidente della Repubblica, intervenendo, nel maggio del 2015, all’inaugurazione del Salone internazionale del libro di Torino lei disse che “leggere ha a che fare con la libertà. E con la speranza”. Per quella libertà, per quella speranza noi editori siamo impegnati. Lo siamo stati nei nostri primi 150 anni. Lo saremo anche per i prossimi 150. L’Italia ci può contare”.

foto Musacchio Ianniello Pasqualini

11/09/2019
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